Gli occhi dei gatti che brillano nel buio hanno sempre affascinato l’uomo, alimentando miti e leggende. Ma la spiegazione scientifica dietro questo fenomeno è ancora più interessante delle storie che ha ispirato.
Questo effetto luminoso è dovuto a una struttura particolare presente negli occhi dei felini chiamata tapetum lucidum, letteralmente “tappeto luminoso” in latino. Si tratta di uno strato riflettente situato dietro la retina che funziona come uno specchio microscopico.
Quando la luce colpisce l’occhio del gatto, il tapetum lucidum riflette i raggi luminosi indietro attraverso la retina, dando all’animale una seconda possibilità di catturare la luce disponibile. Questo meccanismo permette ai gatti di sfruttare al massimo anche la minima illuminazione presente nell’ambiente, garantendo loro una visione notturna fino a sei volte superiore a quella umana.
Il colore del riflesso che vediamo può variare dal verde brillante all’oro, fino al blu, e dipende da diversi fattori tra cui l’età del gatto e il colore dei suoi occhi. Questa caratteristica non è esclusiva dei gatti: molti altri animali notturni come cani, cervi e lupi possiedono il tapetum lucidum, sebbene con caratteristiche leggermente diverse.
È interessante notare come questa capacità si sia evoluta come adattamento alla caccia notturna. I gatti, essendo predatori crepuscolari, hanno sviluppato questa caratteristica per avere un vantaggio significativo quando cacciano in condizioni di scarsa luminosità.
Il fenomeno che osserviamo quando illuminiamo gli occhi di un gatto al buio è tecnicamente chiamato eyeshine o riflesso oculare, e non è da confondere con la vera bioluminescenza, presente invece in altre specie animali come le lucciole.
Questa meravigliosa caratteristica è solo uno dei tanti esempi di come l’evoluzione abbia dotato gli animali di strumenti straordinari per adattarsi al loro ambiente naturale, permettendo loro di sopravvivere e prosperare nelle condizioni più diverse.
