Come si formano i terremoti?

Come si formano i terremoti?

I terremoti sono tra i fenomeni naturali più affascinanti e al tempo stesso temibili del nostro pianeta. Per comprendere come si formano, dobbiamo prima fare un viaggio nelle profondità della Terra, dove tutto ha inizio.

La crosta terrestre non è un guscio uniforme e immobile, ma è frammentata in diverse placche tettoniche che “galleggiano” sul mantello sottostante. Queste placche sono in continuo movimento, anche se impercettibile ai nostri occhi, spostandosi di pochi centimetri all’anno.

Quando due placche si muovono l’una rispetto all’altra, si accumulano enormi quantità di energia potenziale nelle rocce. Immaginate di piegare lentamente un bastoncino di legno: all’inizio si piega, ma a un certo punto si spezzerà bruscamente. Lo stesso accade con le rocce della crosta terrestre.

Il punto in cui le rocce si rompono viene chiamato faglia. Quando la tensione accumulata supera la resistenza delle rocce, queste si spezzano improvvisamente, liberando tutta l’energia accumulata sotto forma di onde sismiche. Questo momento rappresenta il terremoto vero e proprio.

Il punto dove ha origine la rottura è chiamato ipocentro, mentre la sua proiezione sulla superficie terrestre è l’epicentro. Da qui, le onde sismiche si propagano in tutte le direzioni, come i cerchi concentrici che si formano quando lanciamo un sasso in uno stagno.

La magnitudo di un terremoto dipende dalla quantità di energia liberata durante la rottura. Più grande è la faglia e maggiore è la tensione accumulata, più forte sarà il terremoto risultante. È interessante notare che i terremoti non sono eventi isolati: spesso si verificano in sequenza, con scosse preliminari (foreshocks) e repliche (aftershocks) che possono durare giorni o settimane.

La comprensione di questi meccanismi è fondamentale per la previsione e la mitigazione del rischio sismico, anche se purtroppo ad oggi non siamo ancora in grado di prevedere con precisione quando e dove si verificherà un terremoto.