Come si forma un tornado?

La formazione di un tornado è un processo complesso e affascinante che richiede specifiche condizioni atmosferiche. Il fenomeno inizia quando masse d’aria calda e umida si scontrano con masse d’aria fredda e secca, creando una situazione di forte instabilità atmosferica.

Il processo di formazione inizia tipicamente con lo sviluppo di un temporale supercella, una formazione temporalesca particolarmente intensa caratterizzata da un forte movimento rotatorio chiamato mesociclone. Questo movimento rotatorio è fondamentale per la nascita del tornado.

La differenza di temperatura e pressione tra le masse d’aria crea una situazione in cui l’aria calda, più leggera, sale rapidamente verso l’alto, mentre l’aria fredda scende verso il basso. Questo movimento verticale, combinato con i venti in quota che soffiano in direzioni diverse (wind shear), genera una rotazione dell’aria.

Man mano che la rotazione si intensifica, si forma un imbuto nuvoloso (funnel cloud) che si estende dalla base del temporale verso il suolo. Quando questo imbuto tocca terra, abbiamo ufficialmente un tornado. La pressione all’interno del vortice è notevolmente più bassa rispetto all’ambiente circostante, e questo contribuisce ad aumentare ulteriormente la velocità dei venti.

La forza di un tornado viene misurata sulla scala Fujita, che va da F0 a F5, dove F5 rappresenta i tornado più devastanti con venti che possono superare i 500 km/h. Le condizioni ideali per la formazione dei tornado si verificano spesso nella cosiddetta “Tornado Alley” degli Stati Uniti, dove l’aria calda del Golfo del Messico incontra l’aria fredda proveniente dal Canada.

È importante sottolineare che non tutti i temporali producono tornado, ma sono necessarie precise condizioni atmosferiche e un delicato equilibrio tra diversi fattori meteorologici. La comprensione di questi meccanismi ha fatto enormi progressi negli ultimi decenni, permettendo di migliorare significativamente i sistemi di previsione e allerta.